Close Menu
Open Menu

Funzionano i farmaci biologici ma sono ancora per pochi

MADRID
SI CHIAMANO farmaci biologici, intelligenti,targettizzati, tagliati su misura del malato. Precisi, efficaci, con effetti collaterali limitati, e inferiori rispetto ai farmaci usati di solito. Ma soprattutto farmaci che possono ribaltare la vita di una persona. Che possono far tornare a suonare una giovane musicista rock, HeLLeR,cui la malattia aveva richiuso le mani.
Una tra i circa tre milioni di italiani, accomunati dall’avere una malattia autoimmune, come l’artrite reumatoide o l’artrite psoriasica, malattie in cui il nemico ? il proprio corpo, che comincia ad aggredire e distruggere le articolazioni,ginocchia, mani, spalle, con dolori e perdit? delle qualit? della vita difficili da immaginare. Il problema di questi farmaci ? per? quello dei costi e se gli specialisti chiedono di poterli utilizzare su scala pi? larga, le regioni tendono a non far aumentare troppo il numero dei malati da curare in questo modo. Ogni paziente costa infatti allo Stato 12 mila euro l’anno. Cifra che per? "compra" molto, da un numero pi? basso di giornate di lavoro perse, a tutta una serie di terapie, farmacologiche e riabilitative, che il malato non affronta, ma soprattutto compra la qualit? della vita. Come dimostra lo studio internazionale Comet, presentato nel corso di un meeting internazionale sui farmaci biologici, organizzato da Wyeth a Madrid. Secondo lo studio, che ha coinvolto 22 paesi e 542 pazienti, la molecola Etanarcept, in associazione con altri farmaci gi? in uso, ? capace indurre la remissione dell’artrite reumatoide in un paziente su due. Remissione che non vuol dire guarigione, ma scomparsa delle malattia visibile, che non ? pi? misurabile e non d? pi? i suoi effetti devastanti. "Se ce lo avessero detto anche solo dieci anni fa", racconta Carlomaurizio Montecucco, ordinario di Reumatologia all’universit? di Pavia e presidente della SIR(Societ? it. di Reumatologia), "non ci avremmo creduto e anche oggi sembra un sogno. ? molto importante per? che la diagnosi della malattia sia molto precoce e che i malati vengano trattati tempestivamente". Risultati simili anche per la psoriasi artropatica che, precisa Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica dell’universit? Tor Vergata di Roma, "ha la stessa evoluzione dell’artrite reumatoide. Nel 71 per cento dei pazienti trattati con etanercept abbiamo avuto un 75% di miglioramento del PASI, il metodo soggettivo che si usa per la valutazione della malattia. Inoltre questa molecola ? l’unica sperimentata anche nell’infanzia". Sempre pi? spesso, infatti, queste malattie non sono appannaggio degli anziani, ma dei giovani e appunto dei bambini. Il punto ? che vengono prescritti poco, perch? molte Regioni accampano problemi di budget. "Gi? ora", puntualizza Alberto Giannetti, direttore della Clinica Dermatologica dell’universit? di Modena-Reggio Emilia e presidente EADV (European Academy of Dermatology and Venereology), "l’Italia ? il paese con l’impiego pi? basso d’Europa di farmaci biologici. Un po’ per autolimitazione dei medici, un po’ per linee guida restrittive. Adesso, per?, questi farmaci si conoscono bene, e il loro utilizzo va ampliato, perch? arriva un punto in cui al paziente non si pu? prescrivere altro, in scienza e coscienza". Anche il problema dei costi andrebbe analizzato meglio, come ha spiegato Aslam Ainis, professore di Health Economics all’universit? di British Columbia a Vancouver, Canada. "I costi sono molto pi? alti per pazienti con patologie infiammatorie e danni alle articolazioni rispetto a quelli con ipertensione", ha spiegato, "ma ? fondamentale che i governi comincino a calcolare anche i costi indiretti, che sono sostanziali e dovrebbero essere considerati dalle linee guida per la prescrizione dei biologici. Sono i costi da perdita di produttivit?, per le assenze dal lavoro, o per le performance ridotte, quando anche il paziente riesce ad andare al lavoro". Costi "sostanziali", conclude Aimis, "e ben pi? elevati di quelli legati ai farmaci stessi. Il costo ? inoltre pi? elevato se si cura il paziente con un farmaco tradizionale, e si ? costretti poi a dover pagare anche la fisioterapia, l’ospedalizzazione, le analisi". Il problema ? importante, questi farmaci sono costosi e cominciano ad essere usati anche per altre patologie. Ma anche i malati hanno il diritto di avere il farmaco migliore.

fonte:
http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2008/03/27/medicinaprevenzione/012poc57312.html

Articoli correlati