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Artrite psoriasica, con metotressato più persistenza in terapia rispetto a sulfasalazina

Il trattamento di pazienti con PsA con MTX supera quello con sulfasalazina come DMARDcs di prima linea in termini di persistenza alla monoterapia. E’ quanto dimostrano I risultati di uno studio di recente pubblicazione su Rheumatology.

Pur in assenza di evidenze scientifiche di elevato livello qualitativo a supporto dell’impiego di DMARDcs nella PsA, i tassi di persistenza in terapia con questi farmaci possono fornire evidenze indirette, spiegano i ricercatori nell’introduzione allo studio.“Un ampio studio pubblicato – spiegano – ha documentato tassi di persistenza della terapia a 2 anni con MTX pari al 65% sia nell’AR che nella PsA, indicativi di un effetto benefico di MTX nella PsA. (…) Evidenze più indirette provengono dalla semplice osservazione che, storicamente, il trattamento della PsA ha seguito la prassi di trattamento dell’AR: la presenza, per quest’ultima, di evidenze di elevato livello qualitativo suffraga l’impiego di DMARDcs e giustifica questo trattamento anche nei pazienti con PsA. Da ultimo, tra gli altri argomenti per considerare il ricorso alla terapia con DMARDcs nella PsA vi sono gli outcome di safety a lungo termine ben descritti e i costi ridotti – un fattore tenuto in considerazione da alcune linee guida internazionali”.Nonostante le ragioni sopra addotte, il loro impiego nella PsA è ridimensionato in ragione dell’esistenza di opzioni di trattamento alternative con livelli di evidenza decisamente migliori”.Di qui il nuovo studio real world che si è proposto di valutare indirettamente l’evidenza di efficacia dei DMARDcs sulla base della persistenza alla terapia con questi farmaci di prima linea in monoterapia, cercando di individuare la presenza di possibili predittori di persistenza alla terapia.I ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo in pazienti con PsA naive ai DMARD per valutare l’efficacia dei DMARDcs attraverso la conoscenza della persistenza in monoterapia con questi farmaci.L’outcome principale dello studio era rappresentato dalla persistenza alla terapia con DMARDcs.Sono stati reclutati 187 pazienti che erano stati sottoposti a trattamento con MTX (n=163) o sulfasalazina (n=21). Dei pazienti inclusi nella coorte, il 68% era di sesso maschile, con una durata di PsA pari a 0,4 anni e di 7,5 anni per la psoriasi. L’87% dei pazienti era stato trattato con MTX, l’11% con sulfasalazina e il 2% con leflunomide. Analizzando le principali differenze tra i 3 gruppi, è emerso che i pazienti in terapia con MTX erano di età più avanzata e presentavano un BMI maggiore come pure un numero maggiore di articolazioni tumefatte rispetto agli altri gruppi. Inoltre, i pazienti trattati con MTX tendevano a presentare più frequentemente i tratti della malattia erosiva rispetto a quelli trattati con sulfasalazina.Nel complesso, la mediana della persistenza alla terapia utilizzata è stata pari a 31,8 mesi (IQR: 9,04-110 mesi).Dopo un anno, il 72% dei pazienti che avevano iniziato un trattamento con MTX e il 52% di quelli che avevano iniziato un trattamento con sulfasalazina erano ancora in terapia.Non solo: i risultati hanno mostrato che i DMARDcs utilizzati per il trattamento mostravano un’associazione significativa con il tempo di persistenza in terapia.Nello specifico, i pazienti trattati con MTX hanno mostrato, rispetto a quelli trattati con sulfasalazina, una persistenza alla terapia significativamente maggiore (mediana: 34,5 mesi vs. 12 mesi; p=0,16).L’età più avanzata e l’impiego di MTX sono risultati associati con un aumento della persistenza in terapia. Non solo: 11 pazienti trattati con MTX e 2 con sulfasalazina sono andati incontro a remissione di malattia.Nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci (natura osservazionale retrospettiva, numero ridotto di pazienti trattati con sulfasalazina vs. MTX, influenza di alcuni fattori della vita quotidiana dei pazienti sulla persistenza in terapia), lo studio ha dimostrato che:
– I pazienti con PsA che iniziano un trattamento con un DMARDcs di prima linea mostrano una persistenza alla monoterapia con questi farmaci pari a circa 2,5 anni
– La persistenza in terapia è maggiore nei pazienti con PsA che hanno iniziato un trattamento con MTX anziché con sulfasalazina
– La ragione principale del fallimento della persistenza in terapia con questi farmaci deriva dall’inefficacia del trattamento (52%) e dal riscontro effetti collaterali (28%)
Pertanto, lo studio suffraga l’impiego di MTX come terapia di prima linea nel trattare le artriti periferiche legate alla PsA, come raccomandato dalle linee guida EULAR e GRAPPA correnti.

Fonte: Pharmastar

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